DIAMO VOCE E CORPO AL TUO PROGETTO

Che si tratti di muovere i primi passi, di un restyling o un piano strutturato vi affiancheremo nel vostro progetto.

Un team di liberi professionisti coprono un’ampia gamma di competenze nella comunicazione. Una rete di partner per sostenere e dare forza alla comunicazione della vostra azienda e supportare il vostro progetto.

Il brand è un animale sociale. Pensato e creato per la relazione, sin dalla nascita sviluppa una personalità e forma un'immagine che rafforzerà nel tempo.

Il logo è l’anima, l’elemento base e il suo studio necessita di un’attenta riflessione. È una ricerca per portare alla luce i cardini, i valori e i progetti di un’azienda. Da un lavoro sapiente e accurato prenderà vita “il vostro logo”: l’ambasciatore della vostra azienda. Parlerà di voi e sarà in contatto con gli altri prima di voi, quindi direi che merita un’attenzione particolare.

Dall’anima al corpo. Il logo deve crescere creando continuità narrativa con materiali e testi che raccontino la stessa storia: la vostra storia. La coerenza comunicativa dà vita ad un’immagine chiara e credibile nel tempo. Questo è un benefit inestimabile che vi renderà riconoscibili e vi permetterà di distinguervi.

Logo e comunicazione danno forma e sostanza all’immagine e ora il brand è pronto ad entrare in relazione. Avere ben chiaro il quadro d’insieme è fondamentale, tanto più in un universo multiforme come il web. Per solcare queste acque e diffondere il nostro racconto è indispensabile saper tracciare rotte sicure, evitando naufragi fra opportunità perse.

I SERVIZI NEL DETTAGLIO

Il logo è il vostro vessillo e vi distingue dai concorrenti: la sua forza sta nella capacità comunicativa. Un logo ha dei requisiti tecnici (scalabilità, riproducibilità…) ma comunicare non è solo “tecnica” ci sono significato, creatività ed equilibrio. Creare il logo è un processo nel quale si parla di voi, del vostro progetto, di come volete essere percepiti.

È fondamentale dare importanza a quello che raccontate, a come lo raccontate e alle parole che usate. Si deve arrivare al nucleo, far emergere i valori aziendali e dar spazio alle prospettive future. “Non c’è problema, ci metterò un attimo” è al secondo posto tra le frasi più frequenti di fronte ad un brief. Al primo posto c’è “il brief mi ha messo in difficoltà, le mie idee non erano così chiare come pensassi”

“Good things come to those who wait.” era lo slogan di una campagna pubblicitaria della Guinnes ed aveva dannatamente ragione. Il tempo è una componente importante, se non ne dedicherete al vostro progetto, non lo faranno altri per voi.

L’unica cosa più importante di una buona comunicazione è una comunicazione coerente. La forza delle grandi aziende che si dedicano alla comunicazione è sicuramente legata agli investimenti economici che fanno. L’ampiezza di diffusione del messaggio, la possibilità di ingaggiare grandi studi e la presenza nei principali media fanno la loro parte. Ma da sole non bastano; quello che le rende produttive è un investimento indipendente da tutto: la coerenza comunicativa. 

Coerenza non vuol dire riproporre la stessa cosa in modo ciclico,  pedissequamente e senza variazioni ma tracciare un modello. Significa trovare un cardine intorno al quale costruire un archetipo declinabile nei diversi media a disposizione. Il tono della comunicazione, l’aspetto grafico, l’uso delle immagini, i colori… sono tutti aspetti che possono generare un equilibrio.

Seguire la coerenza mette al riparo dalla schizzofrenia comunicativa e genera il più importante dei valori: la riconoscibilità.

La rete è un ecosistema vasto dal forte impatto nella quotidianità e per questo guadagna sempre più spazio nella comunicazione.

Se da un lato la grande diffusione dei mezzi offre un accesso relativamente semplice alle risorse, dall’altra genera dei rischi. Ad esempio  la paura di entrare in relazione con il mare magno di informazioni e sfumature dei diversi mezzi. Oppure c’è il rischio di banalizzare e trattare i mezzi come semplici adattamenti perdendo quindi le peculiarità e le potenzialità .Si perdono in ogni caso opportunità per abitare il mondo virtuale, che è sempre più intrecciato a quello reale. 

Proprio per la vastità e la complessità di questo universo è importante affidarsi a chi sa muoversi al suo interno. Conoscere l’ecosistema di riferimento significa arrivare a chi ci vogliamo contattare in modo attento ed efficace.

Una caratteristica importante della comunicazione è il testo che accompagna e compone le diverse risorse. Senza entrare nel dettaglio possiamo capire con esempi banali: tutti abbiamo vissuto situazioni rovinate da qualcosa non aderente al contesto. Può essere il tono della voce alto al cinema, oppure la pertinenza del discorso, o ancora il tono della comunicazione.

Cosa dire, come dirlo o a chi dirlo sono semplici esempi per comprendere la necessità di padroneggiare il veicolo testuale. Lasciare che dei professionisti muovano queste delicate leve mette al riparo da problemi che possono diventare davvero spiacevoli. 

Nel web alla padronanza linguistica si affianca un’attenzione ulteriore che aiuta a mettere a frutto sforzi e investimenti: la SEO. Con questo termine si intendono le attività volte a migliorare scansione, indicizzazione e posizionamento delle informazioni presenti nel vostro sito. Può sembrare strano ma la scelta delle parole in una frase o il modo comporla hanno molta rilevanza. Lo studio destinato alla SEO è delicato e in continuo affinamento, ma può fare la differenza nel posizionamento del sito. Volete sapere quanto è importante? Fate mente locale: quante volte avete scorso oltre pagina 1 in un motore di ricerca? Vale sempre il detto “se avete un cadavere nascondetelo nella seconda pagina delle ricerche di Google, nessuno lo troverà mai”.

Ogni progetto che si rispetti è fatto di tappe e obiettivi. È vero che si possono fare interventi mirati e separati, ma un piano offre un beneficio di gran lunga più grande.

Una panoramica delle attività scandite nel tempo restituisce un piano d’azione solido: la comunicazione non fa eccezione. Elaborare una roadmap che programmi cosa sviluppare nel breve termine e cosa mettere in cantiere, significa avere una strategia. Il risultato sarà una comunicazione coerente, la sinergia degli interventi e la ricezione di feedback puntuali per correggere la rotta.

Di fronte alla proposta di un piano comunicativo le reazioni immediate sono due. La prima, “è uno strumento complesso adatto alle grandi realtà”; la seconda, “tutto sommato le cose vanno bene, aspettiamo”. Ovviamente sono entrambe comprensibili ma, ahimè, ugualmente errate. Non è esclusiva delle grandi aziende, ma lo usano frequentemente per ottimizzare gli investimenti e il rapporto costi/benefici è positivo. Studieremo una soluzione ad hoc, ma ottimizzare gli investimenti è interesse di ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni. Inoltre, pubblicità e comunicazione sono fondamentali quando le cose vanno bene. Innanzitutto, permettono di rafforzare la propria posizione; secondariamente, si scaricano gli interventi da aspettative sovradimensionate e quindi guardare in prospettiva. 

L’urgenza non è mai una buona consigliera: non permette di leggere il panorama e scegliere il momento opportuno per agire.

Qual è la differenza tra logo e brand? No, il brand non è un sinonimo altisonante e d’impatto e no, ancora una volta, non riguarda solo le multinazionali. Cercando nel web possiamo imbatterci in formule tecniche che, seppure professionali, possono confondere; si può spiegare con un piccolo esempio. Il brand è tutto quello che la vostra azienda comunica (volontariamente o meno) ai clienti: un mosaico fatto di pietruzze.

Una valutazione del brand serve semplicemente a capire se gli sforzi e i sacrifici che fate arrivano al vostro pubblico e diventano ai loro occhi il valore aggiunto. Su questo punto è bene essere chiari, altrimenti si rischia di ergersi a giudice e boia. Se un’agenzia, uno studio o una serie di professionisti si occupano della vostra azienda non chiedete questo servizio ad esterni. Solo chi vi segue costantemente ha uno storico e conosce le dinamiche azienda/agenzia che hanno dettato  le scelte. Da fuori si ha un’istantanea della situazione attuale, ma senza  la storia e il contesto sarà una visione parziale.

L’occhio vuole la sua parte, si sa ma spesso si cercano scorciatoie che necessariamente influiscono sul risultato.

I fuori pista abituali sono le foto da cellulare e le immagini pescate tra i risultati di una  ricerca web. Se in alcuni casi (mai, a dire il vero) possono essere scorciatoie accettabili si devono mettere in conto criticità importanti. Ad esempio la qualità del file, oppure la qualità dello scatto, o ancora la proprietà dello scatto. Prendendo delle scorciatoie (oltre il problema legale e del rispetto del lavoro altrui) non possiamo che aspettarci un risultato mediocre. Siete sicuri di voler trasmettere al cliente un’attenzione al prodotto pari ad una foto improvvisata o senza qualità? O peggio, un’immagine che non rispetta il lavoro di altri professionisti e magari ritrae un prodotto concorrente? Non è moralismo, ma comunicazione, coerenza, valori aziendali: è una manciata di pietruzze di quel mosaico chiamato brand.

Le strade da percorrere per un risultato di livello sono due: gli archivi fotografici e le foto di un professionista. Nel primo caso si tratta di raccolte fotografiche a pagamento: il loro uso nel campo della comunicazione è piuttosto diffuso. Nonostante i risultati buoni, certamente non raggiungeranno la capacità di raccontarvi a pieno come avviene con un professionista dedicato. Quanto meno però vi consentiranno di avere scatti curati ed una file tale da garantire una resa visiva buona. 

Non sempre ci sono fondi per un professionista del settore ma vi assicuro che il progetto migliora in modo sorprendente. Pianificati gli scatti si classificano per priorità, si raggruppano in sessioni distinte così da fornire al professionista una scaletta ragionata. Questo metodo permette di chiarire le idee, affinare le necessità nel tempo e costruire il proprio archivio poco alla volta. Ancora una volta la pianificazione e la progettualità sono la risposta per ottimizzare gli investimenti e avere strumenti di qualità.

La simbiosi tra tecnologia e quotidianità ha portato la proliferazione di soluzioni comunicative standardizzate per costruire siti, app e affini. La facilità di approccio in ottica self-service aiuta certamente la digitalizzazione, ma rischia di nascondere dei punti fondamentali.

La facilità d’accesso rischia di banalizzare lo strumento perché la sola disponibilità non è condizione sufficiente per portare frutto. Spesso questi strumenti sono parte di una strategia integrata e richiedono di saper leggere i dati che li accompagnano. Inoltre, togliere tempo alla propria professione, impiegarne in altro per un risultato mediocre è un pessimo investimento: non dimostra lungimiranza.

Infine, gli strumenti standard portano a risultati standard: potrebbe non essere un male, ma impone un compromesso. Siamo obbligati a piegare le necessità aziendali allo strumento e perdere l’opportunità di sviluppare la soluzione ad hoc. Solo se si padroneggia uno strumento si riesce a renderlo flessibile e aderente alle necessità. 

Un professionista permette di elevare l’azienda aprendola a nuove prospettive e fornire assistenza: un vantaggio inestimabile, soprattutto nel mondo digitale. Un buon investimento permette di creare nuove occasioni da mettere a frutto e dare nuova linfa anche a mercati tradizionali.

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